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Il mandarino

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Questo mandarino era nel cortile del condominio, dato per spacciato. Era stato messo fuori dai proprietari per godere del sole estivo, poi i lunghi giorni di siccità, gli impegni di tutti, le vacanze... Al mio ritorno dalla montagna, sembrava proprio morto. Un ammasso di foglie secche. Non so dirvi il mio dispiacere. Con l'età la mia empatia si espande e non riuscivo a darmi pace. Forse perché un po' mi somigliava questo benedetto mandarino. L'ho annaffiato, sorvegliato, gli ho parlato. Gli ho detto di ritrovare la strada per la vita, che sapevo che ce l'avrebbe fatta. Ho pregato persino. Poi le piogge battenti. L'acqua si è depositata nel sottovaso e le foglie luccicavano tristi. “È proprio morto” si diceva tra condomini. “Stava già poco bene in origine” hanno aggiunto. Poi è tornato il sole. Qualche giorno dopo sono andata a vederlo. Era pieno di foglioline verdi nuove di zecca!!! Qualcosa aveva indugiato nelle sue radici, una promessa di vita nuova in attesa del

Non tutte le cimici vengon per nuocere

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Una donna di mezza età (e anche qualcosa di più) trascinava in solitudine un altro sabato pomeriggio. Dopo trent'anni, il marito se n'era andato con una maratoneta russa assai più giovane di lui, con gli occhi così azzurri che li potevi guardare solo con gli occhiali da sole.  Almeno così diceva lui. Nei tempi precedenti allo strappo definitivo, lui aveva smesso di fare le cose che faceva prima, tipo leggere libri, guardare film e discuterne, eccetera. Aveva invece cominciato a ruminare semi e frutta secca, a vigilare sulla sua alimentazione come un suricato in allerta e si era comprato scarpette e completini sportivi da corsa. Alla fine se n'era andato. Quel sabato la donna era particolarmente depressa e in preda ad una perniciosa propensione a lasciarsi andare. Alla fine si era costretta a portare il cane a passeggio e l'entusiasmo del quadrupede non l'aveva minimamente contagiata, come a volte riusciva a fare. Al ritorno, sulle scale si era imbattuta una cimice r

Andrea

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Ci sono persone che splendono. Inconsapevolmente. Dolcemente. Ho incontrato Andrea, una  bella ragazza messicana, ad un ritiro spirituale dove si trovava con il suo fidanzato. Non posso nemmeno dire che ci siamo parlate tanto, se non una sera, a tavola dove ci ritrovavamo per i pasti, una volta che siamo capitate vicine. Andrea ha occhi grandi e scuri e un sorriso che ti fa sentire a casa. Tutto in lei ha qualcosa di morbido ed è allo stesso tempo vibrante di amore per la vita. Ti parla e capisci che le importa di te, anche se ti conosce appena. Poi l'ho sentita cantare.  Andrea Trueba è  mezzosoprano e l'ultima sera ha offerto un mini concerto che ha intitolato "Amor hispanico".  Già dalle prime note la sua voce piena ha avvolto la platea come una magia fatta di  dolore, amore, tenerezza. Qualche volta scuotendoci, altre volte accarezzandoci. Le sue mani hanno disegnato nell'aria la sensualità di un abbraccio, le lacrime di un amore perduto, il sonno di un bimbo.

Agenzia Universale Cuori Solitari

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L'Agenzia Universale Cuori Solitari non ha un indirizzo fisso. Non la trovi da solo, lei trova te. Imprevedibilmente scopri, nelle pagine di un libro o in una borsa, un biglietto da visita dalla grafia elegante, oppure qualcuno, passando ti sussurra dove andare. Ieri un bambino sconosciuto mi è corso incontro e mi ha indicato col braccino teso una porta blu cobalto, mai vista prima. "Vai" ha detto, quindi è tornato dai suoi genitori, momentaneamente distratti da una vetrina. Ho obbedito, senza pensarci troppo. La porta era aperta e sono entrata. In fondo ad un corridoio dalle pareti verde salvia, un ufficio, alla scrivania un uomo elegante che mi ha offerto del tè freddo. Mi ha dato un foglio di carta pregiata e una penna stilografica con inchiostro azzurro cielo.  "Scriva ciò cerca e sia precisa. L'Universo non tollera approssimazioni. Si astenga dall'uso del condizionale. Utilizzi il presente indicativo. Esprima la sua volontà con chiarezza e senza paura. 

In fila alla cassa

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Negozio di alimentari sotto casa. Due donne sulla quarantina, presumibilmente amiche o forse solo conoscenti. Non è dato saperlo. Una stropicciata (donna normale che fa la spesa districandosi tra mille altre incombenze). L'altra sapientemente agghindata: pantaloni bianchi, blusa colorata (forse di seta), tacchi. La stropicciata si sdilinquisce per le scarpe dell'amica: decolleté bianche, tacco dodici finissimo, punta che strizza le dita in una morsa. L'agghindata si compiace di affermare che le sue scarpe sono comodissime. Lo ripete due volte per rafforzare il concetto. Certo. Come no. Ripetilo quando ti toccherà: sfuggire ad una muta di cani inferociti; salire i 296 scalini della torre di Pisa; metterti in salvo da malviventi in sneakers. Questo pensa la terza della fila (io) guardandosi le scarpe. 

Almeno oggi

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Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade. No. Non ho voglia di rispondere " bene", distogliendo lo sguardo, a chi mi interroga sulla mia felicità. Il sorriso che indosso di solito oggi mi sta stretto. Sto. Senza neppure le quattro capriole di fumo del focolare e fortuna che non è Natale. Sto. Come posso. Come so. Le gambe a pezzi per le montagne che ho scalato. Le mani scorticate dai rovi che ho attraversato. Il fiato corto per la fatica di ogni santo giorno, quella che sembra non finire mai. Oggi voglio stare spenta. E se davvero c'è  una luce buona che mi spetta (aspetta?) Solo oggi, almeno oggi, che sia lei a venirmi a cercare. P.S. con infinite scuse a Ungaretti e Vasco

Resilienza vegetale

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Dove lavoro ci sono due spazi esterni. C’è il cortile di accesso vero e proprio, pavimentato con tristi autobloccanti, che ospita un praticello piccino picciò abitato da alcune piante rassegnate al lancio di mozziconi. Lì, proprio davanti all'officina, staziona, quale elemento decorativo, un tornio arrugginito, per accogliere il quale è stato inspiegabilmente   sradicato un cespuglio di rose. Esiste un secondo spazio, un poco più arioso, con un prato grande, diviso in due da quello che, esagerando, definirò viale . A sinistra si trova un baretto, un disordinato cespuglio di lavanda in compagnia di alcune piante aromatiche, e un pratone dove i ragazzi giocano a pallavolo. A destra della stradina/ viale una gigantesca e spettacolare magnolia che prospera nonostante i rifiuti lasciati ogni giorno e pazientemente raccolti di tanto in tanto. Abbiamo infine due garage che ospitano materiale vario, mentre altre attrezzature si riempiono di polvere sotto ad una tettoia insieme a vasi di f