In fila alla cassa

Negozio di alimentari sotto casa.
Due donne sulla quarantina, presumibilmente amiche o forse solo conoscenti.
Non è dato saperlo.
Una stropicciata (donna normale che fa la spesa districandosi tra mille altre incombenze). L'altra sapientemente agghindata: pantaloni bianchi, blusa colorata (forse di seta), tacchi.
La stropicciata si sdilinquisce per le scarpe dell'amica: decolleté bianche, tacco dodici finissimo, punta che strizza le dita in una morsa.
L'agghindata si compiace di affermare che le sue scarpe sono comodissime.
Lo ripete due volte per rafforzare il concetto.

Certo.
Come no.
Ripetilo quando ti toccherà:
sfuggire ad una muta di cani inferociti;
salire i 296 scalini della torre di Pisa;
metterti in salvo da malviventi in sneakers.

Questo pensa la terza della fila (io) guardandosi le scarpe. 





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