Storia di un topo

Il topo Mortimer  viveva nelle fogne di Monaco.
Era depresso e non riusciva più a trovare alcun gusto nella vita. Passava il suo tempo mangiucchiando e dormendo, con rare interruzioni per fissare sconsolato il maleodorante fiume sotterraneo, chiedendosi che senso avesse continuare a vivere.
Aveva finalmente deliberato di suicidarsi, ma non voleva farlo da solo. Purtroppo  non aveva trovato nessuno che volesse unirsi a quello che considerava un gesto bello e audace con cui sigillare la sua altrimenti inconsistente esistenza.
Un giorno venne in qualche modo a sapere che, in Nord Europa, abitava una specie di roditori, tali lemming, dotati di una solida propensione al suicidio di massa.
Aveva finalmente trovato i degni compagni per la sua impresa.
Con insolita baldanza, mise insieme un piccolo bagaglio, indossò la sua giacchetta rossa, diventata un po' stretta per via del peso accumulato in mesi di inattività, e partì senza salutare nessuno.
Fu un viaggio lungo e avventuroso, su treni, navi, autocarri e barchette. Mortimer incontrò molte creature e visse straordinarie avventure. Fu perciò con cuore più leggero che alla fine raggiunse la Norvegia e si fermò in una zona dove sapeva trovarsi una comunità di lemming.
Quando finalmente riuscì a contattarli, i roditori apparvero da subito seccati, ma poiché ebbero pietà della sua ignoranza, gli spiegarono che la faccenda del suicidio di massa era una colossale sciocchezza diffusa da un gruppo di umani stolti che anni prima avevano realizzato un documentario. In effetti, Mortimer stesso poté notare che i lemming erano, contrariamente alle sue informazioni, creature decisamente attaccate alla vita.
Il topo, deluso e sconsolato, si recò presso la scogliera, deciso a farla finita da solo.
Arrivato ad un passo dal vuoto, Mortimer appoggiò la sua valigia, e inspirò a pieni polmoni l'aria salmastra. Il viaggio gli aveva tolto i chili in più, la giacchina gli stava a pennello e i muscoli delle zampe si erano irrobustiti. I baffi vibrarono nell'aria frizzante e in quel preciso istante, Mortimer non riuscì più a ritrovare nessuno dei motivi che lo avevano indotto a decidere di suicidarsi.
Che fare, allora? Il topo restò un attimo a fissare l'orizzonte quindi decise che non voleva nemmeno tornare a casa. Viaggiare! Quella sarebbe stata la sua vita d'ora in avanti! Si fregò le mani soddisfatto, si chinò per raccogliere la valigia, ma in quel preciso momento, l'onda gigantesca che, a sua insaputa, si era andata formando molto lontano da lì, si abbattè con violenza sulla scogliera e trovò un topo troppo stupefatto per riuscire a fuggire.
Per sua fortuna, un gabbiano di passaggio, animato da buone intenzioni o forse semplicemente affamato, lo afferrò nel becco mezzo secondo prima che la furia delle acqua lo spazzasse via. Da quel becco provvidenziale, Mortimer sgusciò via  sfilandosi la giacca,  in prossimità di una collinetta erbosa. Rotolò e rotolò finché riuscì a fermarsi.
Stravolto, si presentò nuovamente dai lemming dove ottenne ospitalità per la notte, nonostante una certa diffidenza sulla sua sanità mentale. Il giorno successivo partì di buon mattino, deciso a scrivere e pubblicare le sue avventure. Così fece. Il libro, che firmò con il nome di Merrymor, diventò un bestseller internazionale, un film e poi una serie tv.
Qualche tempo dopo i lemming, ricevettero alcune copie autografate del suo libro, di cui sgranocchiarono le pagine nelle lunghe notti invernali.

Foto di Alexas Fotos da Pixabay




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